domenica 18 marzo 2007

Ora è la pioggia che batte incessante

Ora è la pioggia che batte incessante. Sarebbe bello salire in collina a sentire i profumi del bosco.
Passeggiare in silenzio per un sentiero stretto; vicini (forse troppo vicini) sotto l’ombrello aperto.
Quella necessità incessante di avere un contatto: le mani che si cercano, ma hanno paura di andare oltre.
Sarebbe bello scendere al borgo a cercare una locanda. Sedersi ad un tavolo uno di fronte all’altra e scoprire le nostre mani che si avvicinano lente come a suggellare un momento che si vorrebbe non finisse mai.
Sarebbe bello sentire le vene scaldarsi dopo un bicchiere di vino e ascoltare le nostre parole più sciolte, come liberate da pregiudizi e inibizioni. Accorgersi che anche i nostri visi si avvicinano piano, fino a stupirsi quando le nostre labbra si sfiorano.
L’euforia dolce di un incontro da troppo tempo atteso; come un salto nel vuoto, un colpo di stato, una rivoluzione. O solo il fuggire dalla solita realtà alienante.
Poi uscire e ritrovarsi ancora sotto la pioggia, con un’unica idea: un brivido che ci percorre e non ci fa ragionare. Correre a casa per far esplodere la nostra rivolta alla vita.

Nessun commento: