lunedì 10 dicembre 2007

Tutto questo fa schifo.
Non parole. Un gesto.
Non scriverò più

dal Diario di Cesare Pavese (18 agosto 1950)

venerdì 7 dicembre 2007

Per farmi rinascere

Cosa ci fai nella mia vita?
Sei stato un uragano che ha spezzato le mie catene.
Hai dato senso ad una realtà che, per me, senso non aveva più.
Hai fatto vacillare certezze, nell’ansia di nuovi progetti.
Hai fatto crescere sogni e forse anche illusioni.
Devi uscire dal mio mondo?
Non puoi. Perché tu sei il mio mondo e solo con te posso rinascere.
R.

domenica 2 dicembre 2007

Per farti rinascere

Cosa ci faccio nella tua vita?
Sono stato un uragano che ha distrutto tutto.
Ho cancellato ogni senso ed ogni realtà.
Ho seppellito certezze e progetti.
Ho frantumato sogni e ho fatto soffrire.
Devo uscire dal tuo mondo.
Darti un'altra possibilità per rinascere.

venerdì 16 novembre 2007

Notte

Nulla è peggio del silenzio.
Solo, rileggo la mia vita e non vedo che sconfitte.
Il male dentro mi tormenta.
Dovrei decidere una volta per tutte
per ricominciare a vivere.
Aiutami ad uscire da questo incubo.
Ti prego.

martedì 30 ottobre 2007

Starai affogando in uno stupido aperitivo
pensando che questo sia il modo migliore di riacquistare la vita.
Riempirai i vuoti con un susseguirsi di parole inutili,
dette ed ascoltate.
Distribuirai sorrisi e avrai consensi e comprensioni,
senza accorgerti che stai gettando l’unico sogno di libertà
che si può ancora realizzare.

sabato 27 ottobre 2007

Ricordati di me


Ricordati di me, questa sera che non hai da fare,
e tutta la città è allagata da questo temporale
e non c'è sesso e non c'è amore, ne tenerezza nel mio cuore.
Capita anche a te di pensare che al di là del mare
vive una città dove gli uomini sanno già volare,
e non c'è sesso senza amore, nessun inganno nessun dolore,
e vola l'anima leggera.
Sarà quel che sarà, questa vita è solo un'autostrada,
che mi porterà alla fine di questa giornata,
e sono niente senza amore, sei tu il rimpianto e il mio dolore
che come il tempo mi consuma.
Lo sai o non lo sai, che per me sei sempre tu la sola,
chiama quando vuoi, basta un gesto forse una parola,
che non c'è sesso senza amore, è dura legge nel mio cuore,
che sono un'anima ribelle.
Ricordati di me, della mia pelle, ricordati di te com'eri prima,
il tempo lentamente ti consuma.
Ma non c'è sesso e non c'è amore, ne tenerezza nel tuo cuore
che raramente s'innamora.
Ricordati di me, quando ridi, quando sei da sola,
fidati di me, questa vita e questo tempo vola.

Antonello Venditti

mercoledì 12 settembre 2007

Ho vissuto un sogno


Ho vissuto un sogno. È stato tutto bello: ogni momento, tutte le sensazioni provate, le parole, i gesti, le attese. L’ho vissuto a modo mio, con le mie idee, con quella mia tormentata ed unica visione della vita. Ho sofferto (e soffro) ed ho fatto soffrire (e faccio soffrire), ma ho fatto tutto con tanto amore ed ora se sto male e faccio star male è soltanto per colpa mia. Qualcuno vivrà il futuro che si merita, ed è giusto che sia così. Esco in punta di piedi dal sogno più bello della mia vita. Lo faccio in silenzio e ritorno all’abitudine.

giovedì 6 settembre 2007

The end

Sono sceso in città per cercare vita.
Ho camminato a lungo, sperando di scorgere qualcosa di conosciuto.
Ho mandato messaggi.
Ho provato a chiamarti.
Ho soltanto ammazzato il tempo, riscoprendo la consueta solitudine.
Forse starai affogando in un aperitivo prima di cena.
Cercherai di sotituirmi, ma continuerai a vedermi in ogni angolo della tua esistenza.

venerdì 27 luglio 2007

Prendila così

Prendila così
non possiamo farne un dramma
conoscevi già hai detto
i problemi miei di donna
certo che lo so
certo che lo so
non ti preoccupare
tanto avrò da lavorare
forse è tardi e rincasare vuoi
no che non vorrei
io sto bene in questo posto
no che non vorrei
questa sera è ancora presto
ma che sciocca sei
ma che sciocca sei
a parlar di rughe
a parlar di vecchie streghe
meno bella certo non sarai
E siccome è facile incontrarsi
anche in una grande città
e tu sai che io potrei purtroppo
anzi spero
non esser più solo
cerca di evitare tutti i posti
che frequento
e conosci anche tu
nasce l'esigenza di sfuggirsi
per non ferirsi di più
Lasciami giù qui
è la solita prudenza
loro senza me mi hai detto
è un problema di coscienza
certo che lo so
certo che lo so
non ti preoccupare
tanto avrò da lavorare
ora è tardi e rincasare vuoi
No che non vorrei
io sto bene in questo posto
no che non vorrei
dopo corro e faccio presto
…..
meno bella certo non sarai
E siccome è facile incontrarsi
anche in una grande città
e tu sai che io potrei purtroppo
anzi spero
non esser più solo
cerca di evitare tutti i posti
che frequento
e conosci anche tu
nasce l'esigenza di sfuggirsi
per non ferirsi di più

Mogol - Battisti

mercoledì 30 maggio 2007

Luce

Nuvole dense,
nere e gonfie di pioggia
violenta e cattiva,
nel suo abbattersi
su chi fuori attende
in paziente e silenzioso abbandono
il triste scorrere del tempo.

Uno squarcio di luce filtra.
Un raggio di sole s'insinua
tra gli ammassi grigi del cielo.
Luminoso fascio
che accendi uno sguardo fisso nel vuoto.

Luce di giovani occhi attenti,
fertile intelligenza,
nel curiosare la vita.
Giovane donna
che laceri uno schermo bianco
appannato di noia.

Sorrisi e sguardi
che s'inseguono in ore
troppo veloci.
Mani che s'incontrano
e si stringono
per soddisfare un innocente desiderio

Giovane donna,
raggio di sole e vita.

martedì 8 maggio 2007

Corpo di donna...


Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
tu rassomigli al mondo nel tuo atteggiamento d'abbandono.
Il mio corpo di contadino selvaggio ti scava
e fa saltare il figlio dal fondo della terra.

Sono stato solo come una galleria. Da me fuggivano gli uccelli
e in me la notte entrava con la sua invasione possente.
Per sopravvivermi ti ho forgiata come un'arma,
come una freccia al mio arco, come una pietra nella mia fionda.

Ma cade l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del petto! Ah gli occhi dell'assenza!
Ah la rosa del pube! Ah la tua voce lenta e triste!

Corpo di donna mia, persisterò nella tua grazia.
La mia sete, la mia ansia senza limite, la mia strada indecisa!
Oscuri fiumi dove la sete eterna continua,
e la fatica continua, e il dolore infinito.

Pablo Neruda

Riflessione

Se un uomo non ha il coraggio di rischiare per le sue idee,
o le sue idee non valgono niente o non vale niente lui.
Ezra Pound

lunedì 9 aprile 2007

La giovinezza

La giovinezza non è un periodo della vita, è uno stato d’animo che consiste in una certa forma della volontà, in una disposizione dell’immaginazione, in una forza emotiva; nel prevalere dell’audacia sulla timidezza e della sete dell’avventura sull’amore per le comodità. Non si invecchia per il semplice fatto di aver vissuto un certo numero di anni, ma solo quando si abbandona il proprio ideale. Se gli anni tracciano i loro solchi sul corpo, la rinuncia all’entusiasmo li traccia sull’anima. La noia, il dubbio, la mancanza di sicurezza, il timore e la sfiducia sono lunghi anni che fanno chinare il capo e conducono lo spirito alla morte. Essere giovani significa conservare a sessanta o settant’anni l’amore del meraviglioso, lo stupore per le cose sfavillanti e per i pensieri luminosi: la sfida intrepida lanciata agli avvenimenti, il desiderio insaziabile del fanciullo per tutto ciò che è nuovo, il senso del lato piacevole dell’esistenza. Voi siete giovani come la vostra fiducia, vecchi come la vostra sfiducia, giovani come la vostra sicurezza, vecchi come il vostro timore, giovani come la vostra speranza, vecchi come il vostro sconforto. Resterete giovani finché il vostro cuore saprà ricevere i messaggi di bellezza, di audacia, di coraggio, di grandezza e di forza che vi giungono dalla terra, da un uomo o dall’infinito. Quando tutte le fibre del vostro cuore saranno spezzate e su di esso si saranno accumulate le nevi del pessimismo e il ghiaccio del cinismo, è solo allora che diverrete vecchi e possa Iddio aver pietà della vostra anima di vecchi.
Douglas Mac Arthur (Generale Douglas Mac Arthur ai Cadetti di West Point - 1945)

giovedì 5 aprile 2007

Bomba

La bomba non è materia,
è il rifiuto all’obbligo che opprime.
La bomba non è corpo che uccide,
ma ideale da raggiungere
per abbattere ciò che divide.
Noi siamo bomba
finché, col pensiero,
rifiuteremo i soprusi
e la violenza dei potenti.

Pablo Neruda "Chi muore (Ode alla vita)"

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia, chi non rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisceil nero su bianco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova la grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivi
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

martedì 20 marzo 2007

Quando sarai triste...

Da “Notte infinita” di Kahlil Gibran

Quando sarai triste siediti sul ciglio della strada e attendi che il vento ti porti la voce dell’ignoto. Ascolta in silenzio quello che la voce ti dice eppoi, alla luce del sole, chiediti se tutto ciò è possibile. Rimani così nella calma sino a quando dal cielo scenderà la sera perché anch’essa avrà un messaggio per te. Rimani seduto sul ciglio della strada sino a quando si accenderanno le stelle perché anche loro avranno qualcosa da dirti.
Poi verrà la notte con la sua lunga pausa di riflessione e ti verrà in mente la vita. Allora, pensa di essere sempre te stesso a qualsiasi costo, e non fingere mai con gli affetti profondi come l’amore, unica cosa grande al mondo. Accetta con serenità il passare degli anni perché anche la vecchiaia è un atto della vita. Non aver paura della vita. L’uomo dimostra di essere piccolo o grande a seconda dell’importanza che dà alle grandi o alle piccole cose. Ricordati che se sei venuto al mondo hai pieno diritto di esistere. Cerca Dio anche se non sai dove abita e abbi sempre comprensione per tutti. Rimani seduto sul ciglio della strada sino all’alba. Passerà qualcuno e ti chiederà se ti sei perduto e tu risponderai che ti stai cercando.

domenica 18 marzo 2007

Alekos Panagulis

L'amore non è mettere le catene alla gente
che vuole battersi e che è pronta a morire per questo
l'amore è lasciarla morire nel modo che ha scelto.

Come se la libertà si potesse assassinare
senza la vigliaccheria del popolo.
Senza il silenzio del popolo.
Ma cosa vuol dire popolo chi è il popolo?
Sono i pochi che disubbidiscono?
no loro non sono il popolo,
il popolo è gregge.

Tutte le bandiere anche le più nobili,
le più pure, sono sporche
di sangue e di merda,
che con il passare del tempo
diventano dello stesso colore.

Ho guadagnato una vita,
un biglietto per la morte e viaggio ancora
in certi momenti ho creduto
di essere alla fine del viaggio
mi sbagliavo erano solo imprevisti del cammino.

Ora è la pioggia che batte incessante

Ora è la pioggia che batte incessante. Sarebbe bello salire in collina a sentire i profumi del bosco.
Passeggiare in silenzio per un sentiero stretto; vicini (forse troppo vicini) sotto l’ombrello aperto.
Quella necessità incessante di avere un contatto: le mani che si cercano, ma hanno paura di andare oltre.
Sarebbe bello scendere al borgo a cercare una locanda. Sedersi ad un tavolo uno di fronte all’altra e scoprire le nostre mani che si avvicinano lente come a suggellare un momento che si vorrebbe non finisse mai.
Sarebbe bello sentire le vene scaldarsi dopo un bicchiere di vino e ascoltare le nostre parole più sciolte, come liberate da pregiudizi e inibizioni. Accorgersi che anche i nostri visi si avvicinano piano, fino a stupirsi quando le nostre labbra si sfiorano.
L’euforia dolce di un incontro da troppo tempo atteso; come un salto nel vuoto, un colpo di stato, una rivoluzione. O solo il fuggire dalla solita realtà alienante.
Poi uscire e ritrovarsi ancora sotto la pioggia, con un’unica idea: un brivido che ci percorre e non ci fa ragionare. Correre a casa per far esplodere la nostra rivolta alla vita.